Il segno dei tempi che cambiano
Appare persino banale fare riferimento al fatto che i tempi cambino. La nostra epoca è forse quella che maggiormente si rende cosciente della velocità della trasformazione di valori e significati.
L’Orologeria, campo tecnologico per eccellenza, ne è un testimone ed un esempio. E al suo interno alcuni marchi sono emblematici.
Longines non è forse il brand che maggiormente potrebbe incarnare l’evoluzione tecnologica, ma sicuramente è protagonista di un cambiamento concettuale.
Fino agli anni ’90 del secolo scorso i brand che utilizzavano i meccanismi ETA erano moltissimi. Le fabbriche di Marin e Grenchen lavoravano a pieno ritmo per produrre i movimenti che avrebbero animato la maggior parte dei segnatempo di livello tecnico medio e medio alto del tempo.
Con la decisione di Swatch Group di contingentare la vendita a terzi dei meccanismi ETA, questi sono diventati di appannaggio quasi totalmente esclusivo dei brand del gruppo.
Longines è il marchio che si avvale di questa situazione presentando il suo catalogo con referenze che “montano” ETA.
Questo non significa che vi sia un calo di qualità, ma certamente chi acquista un Longines non può dire di avere un orologio di manifattura o che abbia i requisiti derivati da uno studio specifico e peculiare del marchio. Anche se Swatch Group rilascia alcuni ETA in esclusiva per Longines.
È vero però che la qualità dell’orologio si può misurare inserendo anche altri parametri, quale la cura dell’assemblaggio, l’accurato controllo di qualità, gli accorgimenti estetici e le attenzioni preventive circa l’uso. E in questo Longines non può essere certo accusata di mancanze.
Lo dimostra l’orologio che mettiamo oggi sotto la nostra lente di ingrandimento: The Longines Avigation Bigeye ref. L2.816.1.93.2.
Agli appassionati il termine “Bigeye” potrebbe far pensare all’ “occhio magico”, ovvero quel lentino spesso inserito sul vetro per ingrandire la finestrella della data. Non è questo però il caso, in quanto la referenza in questione è un cronografo senza data.
Il nome è dunque probabilmente da mettere in relazione al sistema di monitoraggio cloud-based degli impianti di produzione elettrica da fonti rinnovabili, fruibile in modalità SaaS. Scelta curiosa se abbinata ad un orologio meccanico. Ma come sappiamo l’alimentazione degli automatici è da considerare senza smentite una fonte rinnovabile.
Il quadrante di questa referenza mostra un serioso quadrante blu petrolio, movimentato dal nero dei quadrantini cronografici e dei secondi continui posizionati alle ore “3”, “6” e “9”.
Le lancette e i numeri arabi sono arricchiti in Superluminova (marchio registrato), e rendono una buonissima visibilità notturna.
La cassa ha un diametro di mm. 41 (ansa 20 mm.) ed uno spessore di mm. 14,50, con un’impermeabilità testata fino a 3 atmosfere. Colpiscono immediatamente i pulsanti sovradimensionati, ma in linea col gusto e il trend attuali.
Il fondello a vite è caratteristico e molto piacevole, con l’inscrizione “Longines” in stampatello che copre lo spazio delle ali di un aereo stilizzato inserito in una raggiera.
Il movimento, battezzato L688, è di fatto un ETA A08.L01, cronografo con ruota a colonne, automatico, con spirale in silicio e riserva di carica fino a 66 ore.
Il cinturino in pelle rappresenta un vezzoso tocco di eleganza di sapore vintage, grazie anche al suo colore in marrone naturale e la sua fibbia in titanio.
Il prezzo è certamente in linea col catalogo Longines e ammonta a €. 3.290.
Pagella:
Tecnica 3,5 su 5: La spirale in silicio è la caratteristica forse più suggestiva. Ruota a colonne sicuramente utile.
Estetica 3 su 5: senza infamia e senza lode. Un pizzico di fantasia in più non guasterebbe.
Prezzo 3 su 5: Sicuramente adeguato al mercato attuale, ma per questa cifra, non solo Longines ma tutti, potrebbero darci di più.
I voti sono assegnati a insindacabile giudizio del redattore della recensione e costituiscono opinione personale.